FAQ

FAQ Utilizzo impianto

La loro funzione è quella di mantenere l'ambiente nel quale sono installate ad una temperatura stabilita e impostabile calorifero per calorifero, ad evitare il surriscaldamento di camere già naturalmente più calde. Se correttamente utilizzate, quindi, aiutano a uniformare la temperatura all' interno degli alloggi e a bilanciare l'impianto. Riescono a “sentire” e sfruttare apporti gratuiti di calore come irraggiamenti o altre fonti di riscaldamento (es. utilizzo di forni per cucina, irraggiamento solare) e di ridurre il funzionamento dei caloriferi se la temperatura supera il valore impostato, evitando sprechi e consentendo risparmi.
All' interno della testina termostatica c' è un sensore contenente cera, liquido o gas con elevata proprietà di espandersi con il calore e contrarsi con un raffreddamento. La nuova valvola invece è dotata di un piccolo pistone a molla normalmente aperto che spinto dall’espansione della testina, chiude parzialmente o completamente il passaggio del calore dal tubo di mandata dell’impianto al calorifero.
Utilizzando testine termostatiche è normale che il radiatore sia più caldo nella parte superiore e più freddo in quella inferiore, questo è dovuto alla regolazione della testina stessa che una volta raggiunta la temperatura impostata blocca l’afflusso di acqua. E’ proprio in questo regime di funzionamento chiamato “Modulazione” che si ottiene il risparmio rispetto al vecchio sistema, fino ad arrivare ad un completo raffreddamento del calorifero. Ciò, indica che la testina termostatica ha mandato in chiusura totale la valvola perché la temperatura della stanza ha raggiunto il valore desiderato.
Secondo l’attuale legge vigente la temperatura massima consentita nell’abitazione (la media delle temperature dei locali) è di 20° con una tolleranza di +/-2°. La caldaia è regolata di conseguenza, pertanto si consiglia di tenere le stanze più usate ad una temperatura di 19-20°.
A causa dei residui e del calcare presenti nell’acqua dei radiatori può capitare che, nei mesi in cui i caloriferi sono spenti, l’otturatore presente nella valvola di regolazione subisca una leggera ossidazione e non permetta il corretto passaggio di acqua nel radiatore. Per evitare questo spiacevole inconveniente, in questo periodo è buona norma lasciare le testine termostatiche totalmente aperte (numero “5”).
Può capitare che l’otturatore presente nella valvola termostatica si ossidi non permettendo più il corretto l’afflusso di acqua nel radiatore nonostante la testina sia aperta, si consiglia di contattare un tecnico per valutare come risolvere il problema.
Tendaggi pesanti e coperture influiscono negativamente sul funzionamento delle testine termostatiche, poiché fanno percepire al termostato interno un calore non corrispondente alla realtà, con la conseguenza che la testina chiuderà precocemente l’afflusso di acqua nel radiatore. Si consiglia pertanto, nel limite del possibile, di eliminare tali ostacoli e se non fosse possibile di dotarsi di testina con sonda termica remota.
Se è presente aria nel calorifero, quest’ultimo avrà una parte completamente fredda in senso verticale e non orizzontale (ad es. potrebbero essere freddi solo alcuni elementi nella parte opposta alla testina termostatica), se sono presenti valvole di sfogo sarà sufficiente impostare la testa termostatica sul valore "0" e aprire la valvola di sfogo fino a che dalla stessa non uscirà più aria ma soltanto acqua. Chiudere la valvola di sfogo e reimpostare la testina sul valore desiderato. Se al termine di questa operazione il calorifero non dovesse ancora funzionare sarà necessario fare richiesta di un intervento tecnico al proprio manutentore.
Regolate le temperature nelle stanze in base alle vostre esigenze: nelle camere meno utilizzate, potete posizionare la valvola ad un livello inferiore rispetto agli altri ambienti e chiudere la porta. Per un solo grado di temperatura interna aumenterete i consumi circa dell’8%; abbassare la temperatura di 1-2 gradi e indossare un indumento più pesante è una scelta intelligente. Molte persone anche quando in casa ci sono già 20 o più gradi, se sentono il calorifero freddo in inverno si convincono che l’ambiente sia freddo; ciò non risponde alla realtà.
Non esiste una corrispondenza univoca per tutti gli impianti, la temperatura massima raggiungibile può dipendere da molti fattori, dovuti alla regolazione della centralina climatica del generatore ed alla temperatura rilevata dalla sonda di Centrale, posta tipicamente a Nord in modo da essere la minore rilevata e indipendente da riscaldamenti localizzati e temporanei dovuti ai raggi solari diretti, altri dovuti allo stato di coibentazione dell'unità abitativa o alla sua posizione all' interno del condominio. Se la testina termostatica viene posizionata sul 5, essa corrisponde alla temperatura massima erogabile in quel momento dall’impianto; con un impianto ben bilanciato e progettato è probabile che la temperatura che si raggiunge sia intorno ai 20-21 °C. Chiaramente la posizione 0 corrisponde al totale spegnimento del radiatore. Per la scelta dei valori intermedi consigliamo di utilizzare un termometro ambiente da posizionarsi a circa 1,5 m da terra e lontano da fonti di calore o finestre, e soprattutto di basarsi sulla propria sensazione di benessere.
Occorre posizionare la testina termostatica su valori più elevati della scala graduata adottando gli stessi accorgimenti descritti al punto precedente. Se anche sulla posizione 5 la stanza non raggiunge i 20°C, è consigliabile contattare il manutentore che provvederà a porre in essere gli interventi più appropriati.
Preferibilmente no per non disperdere velocemente il calore accumulato; occorre invece agire sulla regolazione della valvola termostatica impostandola su un valore più basso. Si consiglia di procedere a tali variazioni in modo graduale ed aspettare un tempo congruo per valutarne l'effetto. Una volta individuata la posizione della valvola che assicura il livello di comfort desiderato, non modificare con eccessiva frequenza tale posizione.
E’ sconsigliabile intervenire continuamente su valvole termostatiche di tipo standard; già per loro stessa natura esse si adattano alle condizioni degli ambienti in base alla loro impostazione. Chiudere a “0” le valvole al mattino per riaprirle la sera, oltre a non consentire confort termico non porta nemmeno a risparmi. Sono in commercio sistemi di crono-termoregolazione con testine alimentate a batterie comunicanti con termostati intelligenti che, sempre nell’ambito delle ore di funzionamento dell’impianto di riscaldamento centralizzato, permettono di accendere, spegnere o regolare su livelli diversi di temperatura i vari ambienti.

FAQ Ripartitori

I ripartitori sono apparecchi elettronici per la misurazione dei consumi di energia termica emessa da ogni singolo corpo scaldante per tutto il tempo del suo funzionamento stagionale. Sono lo strumento necessario alla suddivisione delle spese di riscaldamento condominiale per ogni singola unità abitativa.
I dispositivi di contabilizzazione, di tipo diretto come i contatori per acqua calda e fredda sanitaria e i contacalorie, oppure indiretto come i ripartitori, vanno obbligatoriamente installati negli stabili dotati di impianti di produzione centralizzati al fine di conteggiare l’effettivo prelievo volontario dal sistema per ogni utenza con lo scopo di sensibilizzare le persone ad un uso coscienzioso evitando sprechi e incentivando comportamenti virtuosi nei confronti dell’ambiente. Sebbene, ad esempio, l’impianto di riscaldamento centralizzato di uno stabile scaldi ogni giorno per un numero fissato di ore tutti i tubi dell’impianto fino alle valvole dei radiatori, ognuno, grazie alle valvole termostatiche, decide volontariamente di prelevare calore nella misura corrispondente alla regolazione scelta e per il tempo desiderato. Pertanto è corretto definire un costo per il servizio al termine di ogni stagione composto da due voci: quota volontaria (o variabile) e quota involontaria (o fissa). La prima tiene conto dell’effettivo prelievo dal sistema, la seconda considera che, anche se non prelevato, il calore è stato prodotto e mantenuto disponibile per tutte le utenze. Se da una parte i ripartitori definiscono inequivocabilmente la quota volontaria, dall’entrata in vigore dell’obbligo di contabilizzazione si è sempre dibattuto sulla correttezza dell’adozione delle nuove tabelle millesimali basate non più sui “vecchi” millesimi di riscaldamento ma su fabbisogni di energia “mFETU”, definiti da un calcolo progettuale che tenesse conto della dispersione di ogni unità immobiliare rispetto all’edificio. Questo criterio introdotto dalla norma UNI10200 è stato definitivamente messo da parte con l’entrata in vigore del D.Lgs 73/2020. Lo stesso definisce che non è più obbligatorio dividere le spese secondo quanto prescritto dal Progetto di Termoregolazione ma, previa approvazione dell’Assemblea Condominiale, la quota involontaria può essere distribuita con una tabella diversa dai mFETU e con quota percentuale massima del 30% sul totale delle spese, al fine di incentivare gli utenti al risparmio energetico, senza penalizzare gli appartamenti periferici e peggio esposti.
Sebbene le schermate del display varino a seconda del modello di ripartitore utilizzato, tutti i dispositivi riportano le informazioni minime necessarie all’utente per verificare che le letture imputate a fine stagione siano corrette. Le istruzioni su come leggere i ripartitori delle principali marche, sono scaricabili nella sezione dedicata del nostro sito.
Gli scatti registrati dai ripartitori sono adimensionali, perché i dispositivi non misurano direttamente il calore emesso dai corpi scaldanti. Le letture sono direttamente proporzionali all’energia emessa dai caloriferi, pertanto è possibile valutare se i dispositivi sono correttamente funzionanti di stagione in stagione.
I ripartitori, grazie a due sonde al loro interno sono in grado di rilevare la temperatura sulla superficie del corpo scaldante su cui sono installati e quella dell’ambiente, ogni secondo, per tutto il tempo in cui il calorifero mantiene una temperatura superiore (variabile trai modelli) di circa 36°C. Mediante elaborazione elettronica interna, viene incrementato un contatore che mostra a display agli utenti gli scatti registrati da inizio stagione fino a quel momento [memoria #1], allo spegnimento dell’impianto il valore totalizzato viene memorizzato nel dispositivo per 12 mesi [memoria #2]in modo che gli utenti possano consultarlo per verificare la propria bollettazione anche se dovesse essere ricominciata un’altra stagione termica. Ogni anno, all’approssimarsi della data d’accensione, il contatore del ripartitore si azzera [memoria #1] per ripartire. Nella memoria #2 rimane disponibile il consumo totalizzato nell’esercizio precedente, e così via per tutte le stagioni successive.
Per ogni ripartitore, i tecnici devono provvedere a calcolare un coefficiente globale “K” che dipende dalle dimensioni e dal tipo del corpo scaldante oltre a come il ripartitore viene installato su di esso. Per una programmazione corretta ogni singolo ripartitore deve essere parametrato secondo le normative UNI EN834 e UNI10200. La programmazione tiene conto delle seguenti variabili: La potenza termica del corpo scaldante, ottenuta tramite la misurazione del radiatore (altezza, larghezza e spessore) del suo materiale ( ad esempio: alluminio, ghisa, acciaio,..) e di tutte le altre variabili di composizione ( numero di colonne, tipo di alettature,…) e la tipologia di attacchi del radiatore: Dimensione degli attacchi valvola e detentore. Il coefficiente “K”, spesso trovato anche diviso in due componenti “Kc” e “Kq” a seconda del ripartitore, può essere programmato direttamente nel dispositivo oppure calcolato a parte e moltiplicato a fine stagione per gli scatti registrati. Entrambe le procedure sono consentite dalla Legge. L’utente deve conservare copia del verbale di rilievo dati, chiamato comunemente Mappatura, firmato sia dal tecnico incaricato che dall’utente presente.
L'installazione non necessita di alcun tipo di intervento invasivo, le piastre di supporto permettono tutti i tipi di installazione senza dover effettuare fori o saldature sulla quasi totalità dei prodotti. Prima di tutto viene installata sul calorifero una piastra di supporto realizzata in materiale conduttore su cui poi si andrà ad applicare a incastro il corpo del ripartitore e il sigillo di piombatura. Il supporto servirà a trasmettere al sensore posto sul retro del contatore la temperatura superficiale del corpo scaldante.
Secondo le norme vigenti l'installazione dei ripartitori di calore è obbligatoria in Italia per tutti gli impianti termici centralizzati a colonne montanti. In caso di impossibilità tecnica o economicamente svantaggiosa della loro installazione, va prodotta un’apposita relazione in merito. Il termine dell’obbligo di installazione è stato fissato al 31 dicembre 2016.
Ci sono più modi nei quali i tecnici possono rilevare i dati di consumo dei ripartitori; il più semplice e diffuso è definito “walk-by” nel quale i dati sono trasmessi in radio frequenza ad un dispositivo mobile, per esempio un palmare appositamente programmato, che un tecnico specializzato attiva nei pressi dello stabile, senza necessità di accesso ai singoli alloggi. Un sistema più evoluto consiste nello scarico dati da centraline che raccolgono i dati di consumo quotidianamente e (se previsto) lo inviano via rete GSM/GPRS direttamente al server del gestore.
Tutti i ripartitori utilizzano la frequenza 868 mHz in accordo con le normative vigenti. Allo stato attuale non esistono controindicazioni all'utilizzo di apparecchi radio di trasmissione in spazi pubblici e privati. Per fare un esempio concreto, questi dispositivi emettono in un anno di funzionamento l'equivalente energetico in radiazioni emesso da un telefono cellulare durante una conversazione di qualche minuto. L’influenza delle onde radio emesse non è neanche paragonabile ad un semplice sistema Wi-Fi domestico. Si tenga inoltre presente che i ripartitori sono normalmente spenti, e si attivano alla trasmissione del dato di consumo solo in finestre di tempo definite o solo nel momento in qui il tecnico attiva la ricezione radio “walk-by”, per il tempo necessario allo scarico dati.
Ogni apparecchio è dotato di un sigillo di sicurezza elettronico. Nel caso di un tentativo di manomissione o rimozione il ripartitore il sigillo dev’essere forzatamente rotto e registrerà e terrà in memoria la data della manomissione trasmettendola sotto forma di allarme durante lo scarico dati. Coprire un ripartitore per falsare la rilevazione della temperatura invece, attiva un meccanismo interno del dispositivo che impedisce di ingannarlo.
No. L'utilizzo di due sonde di temperature fa' sì che dal momento che nella stanza si presenti un aumento di temperatura anomalo il sensore di temperatura ambiente si scolleghi facendo funzionare solo il sensore di temperatura radiatore.
I ripartitori in commercio rispondono a severi controlli e sono marchiati EN 834, ETSI EN 301 489, standard riconosciuti a livello europeo.
I ripartitori sono alimentati tramite batteria al litio incorporata della durata minima garantita di almeno 10 anni.
I ripartitori, essendo alimentati a batteria, hanno una vita utile garantita ma limitata a 10 anni. Trascorso questo periodo, non è più garantito il corretto funzionamento e la gestione efficace dell’impianto a causa del possibile spegnimento improvviso degli stessi. I dispositivi vanno sostituiti interamente e questo avviene principalmente per due motivi: primo dal punto di vista prettamente economico risulta più conveniente in termini di costo la sostituzione dell'intero apparecchio rispetto alla mera e non sempre possibile sostituzione della batteria scarica. Inoltre, nell’arco di 10 anni sono stati sviluppati nuovi ripartitori e tecnologie che rendono obsoleti i primi dispositivi installati.
L’obiettivo del sistema di contabilizzazione è proprio misurare il calore prelevato volontariamente dai singoli alloggi e, conseguentemente, incentivare un utilizzo virtuoso servizio di riscaldamento da parte degli utenti. La componente “volontaria” è quella sulla quale può essere ottenuto un risparmio in bolletta perché direttamente proporzionale a quanto viene conteggiato dai ripartitori. La restante parte del costo per il riscaldamento è compreso nella quota cosiddetta “involontaria”. Si tenga presente, a titolo d’esempio, che ad una richiesta di aumento di 1°C ambiente, corrisponde circa un incremento di consumo dell’ordine del 7 -10%!
In tal caso sarà azzerata la quota volontaria delle spese, che è preponderante sul totale ma una quota di spesa è comunque dovuta: tutti gli alloggi sono tenuti al pagamento della cosiddetta quota involontaria che tiene conto semplicemente dell'energia che l'impianto di riscaldamento deve comunque produrre al fine di riscaldare le colonne ed assicurare che a ogni corpo scaldante arrivi l'acqua calda a monte della valvola termostatica, a prescindere dall' utilizzo che se ne fa.
Occorre comunicarlo tempestivamente al responsabile del servizio di contabilizzazione al fine di porre in essere le azioni correttive del caso. La custodia e la cura dei dispositivi installati presso gli alloggi competono ai singoli utenti che, quindi, ne devono assicurare il regolare funzionamento. Si rammenta, comunque, che in caso di anomalia di funzionamento, manomissione o rimozione, il ripartitore invia apposite segnalazioni alle antenne di scala, registrandone data e ora.
No, la norma vigente (UNI 10200) prescrive che tutti gli interventi di manutenzione, riparazione e sostituzione debbano essere effettuati tramite il responsabile del servizio di contabilizzazione. Qualsiasi intervento diretto dell'utente è assimilabile a manomissione.
In tal caso l’impianto è dotato di satelliti d’utenza comandati da termostati in casa. Nella cassetta sono presenti valvole di zona che aprono/chiudono e regolano l’afflusso di energia all’appartamento e contatori di calore diretti. Restano valide le considerazioni sull’attribuzione dei consumi in quota volontaria e involontaria; stavolta con i contatori di calore. Essendo attraversati dal flusso di acqua ed essendo dotati di due sonde di temperatura inserite nei circuiti di mandata e ritorno impianto, i consumi indicati nei contatori di calore sono misurati in kWh o suoi multipli a differenza degli scatti adimensionali riportati dai ripartitori.